Curatolo Marco
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L’avventura di Marco nel mondo dell’arte ha iniziato dieci anni fa, in un momento di introspezione personale.
Da quel primo gesto di creatività, Marco ha intrapreso un rigoroso percorso formativo, dedicando tre anni alla scuola d'arte e mestieri di Roma. Qui ha affinato le sue tecniche e coltivato la sua visione, partecipando successivamente a mostre collettive e avviando una serie di progetti personali che hanno dato vita alla sua espressione unica.
Tra le sue opere più evocative spicca la serie "I Nuovi Invisibili", composta da 14 dipinti. In queste opere, Marco rappresenta figure senza volti, concentrandosi sulle posture e sull’assenza, creando un’atmosfera che invita alla riflessione. Ogni dipinto è accompagnato da una poesia e da melodie suonate dallo stesso artista, dando vita a un’esperienza multisensoriale che coinvolge il pubblico in un profondo percorso emotivo.
Un'altra serie significativa è "Utopia dell’Empatia", in cui Marco esplora il linguaggio universale delle mani. Ispirato dal suo lavoro sociale con persone disabili, l'artista utilizza le mani come strumento di connessione emotiva, senza rivelare l’identità fisica dei soggetti. Questa scelta invita l’osservatore a stabilire un legame profondo, creando un impatto visivo ed emotivo che stimola empatia e comprensione.
Attualmente, Marco sta sviluppando un progetto affascinante che indaga i "non luoghi" delle città moderne—stazioni, metropolitane, parcheggi—spazi di transitorietà e isolamento. La sua riflessione sulla solitudine che permea questi luoghi, così comuni eppure così estranei, trova ispirazione nel libro di Marc Augé. Con la sua arte, Marco intende catturare questa essenza, trasformando i suoi dipinti in poster che raccontano storie di esperienze condivise e distaccate.
L'arte di Marco Curatolo è un invito a esplorare la vulnerabilità umana attraverso temi di invisibilità, empatia e solitudine. Le sue opere non sono solo immagini, ma finestre aperte su emozioni profonde, che ci invitano a riflettere sulle nostre connessioni e sulle esperienze condivise

Madre Natura
Tecnica: colori a olio su tavola
Misure: 110x60 cm
Nel dipinto "Madre Natura", il volto coperto dalle mani incarna l'atto di risveglio di una figura fondamentale: la donna, simbolo della vita e della creazione. Questo gesto rappresenta non solo il suo ruolo centrale, ma anche la delicatezza e la forza che caratterizzano la natura stessa.
L’alba, momento di transizione tra la notte e il giorno, tra il buio e la luce, evoca la rinascita. È un simbolo di speranza, un’apertura verso nuove possibilità di felicità e miglioramento. Allo stesso tempo, invita alla riflessione e alla meditazione, portando alla consapevolezza di noi stessi e dell’ambiente che ci circonda.
Nel mondo contemporaneo, l’uomo ha spesso perso questo legame profondo con la natura. Pur essendo costantemente connessi a luoghi remoti, ci sentiamo sempre più isolati dal nostro contesto immediato. La globalizzazione e l'omologazione che ne derivano possono portare a esperienze di esclusione.
In questo panorama, l’arte emerge come uno strumento potente e necessario, capace di stimolare la riflessione e di risvegliare la nostra coscienza. "Madre Natura" non è solo un'opera da osservare; è un invito a riscoprire il nostro legame con il mondo, a rinnovare la nostra relazione con la vita e a trovare la bellezza nel risveglio di ogni giorno.
I Nuovi Invisibili
Tecnica: Colori a olio su tela
Misure: 50x40 cm
Il dipinto è legato a questo scritto e fa parte di una serie che l’artista ha chiamato "I Nuovi Invisibili".
Marco vuole che l’unica descrizione di quest’opera sia questa poesia, composta dall’autore stesso. La volontà è quella di far parlare, direttamente alla nostra anima, solo il dipinto e la poesia.
Poesia:
Alcuni silenzi portano dolore,
soffocano ogni cosa.
L'amore perde un po' del suo sangue,
che goccia su goccia cade in terra,
strisciando via impazzito.
Vorrebbe toccare, stringere, baciare,
essere cosa che non è.
Ma così facendo perde il suo senso;
quel sangue è sangue d'amore cercato,
quel sangue è sangue d'amore ascoltato,
quel sangue è sangue d'amore condiviso,
ora non raccolto, è da sconosciuti calpestato.
È un gioco di bilancia,
in equilibrio non può stare.
Niente come un'assenza può pesare,
e allora è il silenzio che entra in gioco;
e gioca... gioca...
con indifferenza... gioca...”
Scritta da
Marco Curatolo

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